DIATRIBA D’AMORE contro un uomo seduto Gabriel Garcia Marquez



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MARIA ROSARIA OMAGGIO
Fatimata Dembele
Emiliano Martinello alle percussioni
Ronald Moran al basso
Roland Ricaurte alla chitarra
Juan Carlo Zamora al violino



DIATRIBA D’AMORE
di Gabriel Garcia Maquez

regia Alessandro D’Alatri

scene di Alessandro Chiti
costumi di Carolina Olcese
progetto luci di Camilla Piccioni
musiche originali di Riccardo Eberspacher

NOTE DI ALESSANDRO D’ALATRI
Quando Maria Rosaria Omaggio mi ha proposto la regia di “Diatriba de amor contro un uomo seduto” di Gabriel García Márquez mi sono accostato alla lettura promettendo a me stesso di rispettare profondamente le note dell’autore. E il testo in questione è molto ricco di suggestioni e suggerimenti. Proprio partendo da questo punto ho iniziato a immaginarmi l’allestimento. Ci tengo però a precisare che il teatro che amo è quello legato ad una rappresentazione scenica evocativa anziché realistica. Il teatro è per me uno spazio dove le suggestioni valgono più delle fedeli rappresentazioni di luoghi e ambienti. La prima nota importante che Márquez ci tiene a comunicare è: “L’azione si svolge in una città dei Caraibi con trentacinque gradi all’ombra e il novanta per cento di umidità…” Subito dopo ne descrive un’altra: “… una camera da letto di gente ricca, con pochi mobili moderni e di buon gusto. C’è un vecchio attaccapanni, dove sono appesi alcuni degli indumenti che Graciela userà…” Ho quindi immaginato uno spazio scenico sobrio, ma al tempo stesso adatto alle diverse trasformazioni che il testo suggerisce: a) un fondale neutro in grado di trasformarsi con l’illuminazione (notte, alba, giorno) b) una veranda mobile fuori scala che lascia intuire il fondale c) una serie di semplici elementi scenici (garze e sagome), oggetti, arredi e ambienti che attraverso l’uso delle luci racconteranno i vari momenti evocati dalla protagonista Determinante sarà l’uso delle luci. Un’opportunità che sfruttando ombre e proiezioni d’ombra consentirà di attuare le trasformazioni dei quadri con semplicità ed eleganza. Il testo prevede la presenza di una sola attrice “recitante” nel ruolo di Graciela e di una serie di presenze obbligate (un domestico silenzioso, una suocera, alcune coppie di invitati). Personaggi non parlanti, ma che attraverso la mimica e la gestualità faranno “compagnia” al racconto di Graciela. C’è un altro personaggio presente per tutta la durata dell’allestimento: un uomo seduto su una poltrona intento a leggere un giornale. Márquez lo descrive come un manichino, ma sarebbe interessante che in alcuni momenti dello spettacolo, con degli effetti di proiezione, si abbia l’impressione che il personaggio sia reale. Per interpretare questi personaggi, che possono coprire più ruoli, sarebbe bello poter coinvolgere giovani attori appena diplomati dall’Accademia o dal Centro Sperimentale. Un’altra opportunità interessante sarebbe quella di poter utilizzare dei musicisti dal vivo. In questo caso, oltre ad essere portatori di un’atmosfera caraibica, potrebbero essere utilizzati come parte delle coppie di invitati descritti da Márquez. Un capitolo interessante dell’allestimento è composto dall’utilizzo degli effetti speciali. Márquez descrive molto bene in cosa consistono: 1) Una nevicata. 2) Un diffondersi di fragranza di rose. 3) Un fuoco. É questa una delle spettacolarizzazioni più interessanti sul piano della visionarietà. Ho studiato attentamente le soluzioni e non sono né impossibili, né dispendiose come potrebbe apparire. Credo che questo progetto, oltre alla sua importanza artistica, sia una bellissima occasione per celebrare il fantastico immaginario di uno dei più importanti artisti contemporanei al mondo. Alessandro D’Alatri

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