E qua so’io GIUSEPPE MANFRIDI

E QUA SO’ IO
Un Maurizio di nome Fabrizi
di Giuseppe Manfridi
con la partecipazione di
Fulvia Lorenzetti e Max Caprara
regia di Giuseppe Manfridi
scena e costumi di Virginia Gentili
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Mattioli interpreta Fabrizi. Reinventa Fabrizi. Diventa lui.
Un Fabrizi che racconta se stesso, da cima a fondo…
… che mette in scena se stesso, attraverso la voce, le movenze e l’aspetto (così affine, peraltro!) dell’unico altro Mastro Titta del nostro teatro.
Insomma, un Maurizio di nome Fabrizi.
Un Maurizio che a tratti torna ad essere Maurizio…
“E qua so’ io!”…
… e poi di nuovo Aldo, lui, l’originale, magari brusco, provocatorio, e pronto a riprendersi la ribalta per scatenare sfide quasi a braccio col suo alter ego…
… “E qua mò so’ de novo io, vabbè!?… Quello de prima, vabbè!?… Quello vero che abbasta pe’ tutti!… Mò dabbravo, pischellè… famme vedè ‘n po’ come lo facevi tu a quer bojiaccia!… ‘Nnamo, spiccete!”…
… Ne verrà fuori un alterco pirotecnico…
… un buffo e spettacolare sdoppiamento delle personalità pe’ vedè chi è mejio…
… molto più che una messa a confronto fra due diverse generazioni di teatranti: sarà questo il presupposto per dar vita a un omaggio sincero, pieno di colpi di scena (e di scenette), da cui far emergere anche un legame a distanza fatto di immedesimazione, rispetto, riconoscenza, contrasto e passione, con tutti i privilegi e gli oneri che spettano a chi, di Fabrizi, è stato il naturale erede artistico.
L’espressione “E qui so’ io!…” si rivelerà quasi una formuletta magica per passare da Aldo a Maurizio, e viceversa.
Ma ecco come immaginiamo il nostro racconto…